ADAMO MODESTO Alla
Nuova Galleria delle Arti – Fabriano
Nei
polittici di arte sacra che spesso si presentono co strutture in legno
dorato, elaborate con la preziosità dell’arte orafa, si è presi per
mano dai racconti pittorici. Questi “fumetti” il più possibile
realistici, avvicinano il fedele affinché possa leggere storie del Nuovo
e del Vecchio Testamento, oltre alle particolari caratteristiche
attribuite ad un santo o santa.
Nelle
opere dell’artista Adamo Modesto, un fattore importante è quello di far
prevalere la componente umana, come essenza anche quando non si vede. I
suoi polittici in “Arte povera” non contengono le scene centrali in
grande, corredata da altre minori, bensì i suoi scomparti che sono tutti
“a Fuoco” e armoniosamente geometrici, con ritmi creativi da spartito
musicale, contengono gli eventi che hanno la stessa importanza. Così in
ogni spazio esce l’anima delle cose. Basti guardare la riproduzione
dell’opera che è qui presente; potrebbe essere lo spaccato di un
edificio metropolitano che emana un umore particolare una somma di odori,
oppure la veduta aerea di un agglomerato abitativo estremamente popoloso,
perché qui no appaiono figure, ambientazioni e paesaggi di fondo, bensì
la sintesi emozionale degli avvenimenti in cui ognuno di noi può vivere.
In
queste sculture abitative vi si può entrare mettendoci il proprio
vissuto, non come attore ma come “persona vera” per vivere e rivivere
la spensieratezza dell’infanzia, dell’adolescenza, sino alla poesia,
alle pene d’amore e ai danni segreti del vivere.
Tutto
ciò è chiaramente leggibile in queste opere, tali da sollecitare il
fremito di un piacere, di uno schiaffo, di una porta che si apre o di una
finta porta aperta su un altro muro che si ripete in una situazione
labirintica oppure comunicativa e geometricamente armoniosa come un
giardino di Versailles.
Poi
in genere cis si aspetta il colore, cosa che per Adamo è secondario,
perché predilige il ritmo e la geometria pura, dalla “sfera cosmica”
al triangolo o ad altri racconti interrotti, che sono il suo “non
finito”.
E
di nuovo, volendo parlare di colore, ognuno di noi darà la propria
colorazione perché queste opere sono “pagine in fermentazione”,
pagine di vita che trasmutano a secondo di chi affronta la lettura, così
ad ognuno lascia un profumo, una identità, un’anima.
A
volte si sente sfiorare il senso del “decorativo” che grazie al
materiale povero viene immediatamente riassorbito, così anche il
“poverello di Assisi” avrebbe potuto apprezzare questo ritorno alla
purezza dell’immagine che offre “ icone di preghiere” da leggere in
vari momenti di giornata, per potersi proiettare co il cuore e la mente
fuori dello spazio che ogni giorno, spesso arbitrariamente occupiamo con i
nostri corpi e le pesanti proiezioni delle nostre ombre.
Ho
volutamente letto da parte le sculture fatte di ingranaggi che presentano
un che di magico. Gli ingranaggi di ipotetici orologi sono fermi. E’
l’idea di fermare il tempo e, Adamo in queste opere ci è riuscito.
Roberto
Moschini