“L’artista ha una sola ambizione: dominare il materiale in modo che la sua opera risulti indipendente dal valore del materiale di cui è fatta”

Adolf  Loos, materiali da costruzione, Sämtliche Schriften, Wien, 1962.  

GEOMETRIA, MATERIA e GIOCO

di Manuela Lo Franco

 

Esistono artisti di cui possiamo riassumere l’intento artistico con poche semplici parole.

L’opera di Adamo Modesto ruota essenzialmente intorno a tre pilastri fondamentali: geometria, materia e gioco.

All’interno del processo creativo dell’autore è evidente il dominio assoluto sulla materia: sapientemente plasmata, trasfigurata e riproposta in un gioco dove il “reale” diventa “ideale”.

Non v’è traccia, nel repertorio stilistico dell’artista, di figure o anche solo di pallidi echi naturalistici; nulla che possa vagamente avvicinarsi alla percezione purovisibilistica delle cose.

Si tratta in sostanza di forme nuove, costruite con l’ausilio di geometrie ora rigorose, ora leggere e mobili, che sembrano rincorrersi in un susseguirsi di battute ritmiche, riproponenti il senso di un canone che risuona all’infinito.

Modesto, moderno iconoclasta, potrebbe a prima vista essere confuso con una sensibilità neodadaista o volendoci lasciar andare, anche neocostruttivista. Qualora però volessimo mettere da parte tutti i neo e gli ismi , sarebbe più giusto affermare che il maestro costruisce con lo stesso spirito e lo stesso trasporto, di quegli anonimi artisti, capaci di siglare ai tempi, l’indescrivibile repertorio di meraviglie architettoniche custodite gelosamente dalle mura dell’Ahlambra di Granada.

Troppo altro è per l’artista, il concetto di Dio, tale da non poter essere rappresentato dalle forme deperibili della visibilità quotidiana. Molto più arduo è per lui, il compito di rappresentare l’universale con l’uso di forme pure, scevre da ogni vincolo terreno..

In un rinnovato slancio di platonismo ante litteram, il maestro vuole recuperare il senso del mondo delle idee: dove si parla solo di assoluto e mai di concluso. 

Rasentare in ciò una pesantezza , una astrusa contrapposizione di concetti, sarebbe poi ingannevole, poiché in questa teoria cristallina tutto diviene armonia. Dalla più umile della materia, con il lavoro e l’elevazione si giunge alla rappresentazione dell’idea  della perfezione estetica; ripercorrendo così, come nella migliore tradizione wittgensteiniana, quello che è il gioco di Dio.

Ogni opera di Modesto è un gioco: giochi per la mente e per l’anima, giochi che nella loro complessa semplicità regalano riflessioni inattese.

In tutta questo universo di idee, a sorpresa, rimane poi assente la componente del tragico, del dramma.

Come gli antichi, l’artista opera con un ottimismo innato, senza sentire la necessità di confrontarsi con il passato o il futuro, i suoi sono lavori del presente. Scollegati da qualunque pretesa  di moralità o utilità sono: opera per l’opera, arte per l’arte, questo il sunto della loro essenza e della loro complessità.